Attendere prego...

Blackfriday-Medicina-Estetica-Avezzano-2-1.png

Scopri le super offerte del Black-friday Medicina Estetica Avezzano. Sconti del 20% su Botox, Peeling, Filler viso, Rinofiller e Sbiancamento dentale!

3,2,1…Benvenuto Novembre!!! Come ogni anno, il mese più atteso della stagione torna nelle nostre vite ricco di emozioni, sorprese e tanti, tanti sconti. Sai già di cosa stiamo parlando? Esatto, dall’amato #Beautyfriday, il Black Friday di Medicina Estetica della nostra clinica!

Sicuramente molti di voi hanno già iniziato a preparare la propria lista dei desideri, vero? Bene, per non dimenticare nulla ed essere il miglior nero della storia, a MarianettiMED abbiamo deciso che quest’anno il Black Friday non durerà un giorno ma ben due settimane!

Sì, hai letto bene. D’ora in poi, dal 14 al 30 Novembre ti offriremo grandi sconti sui trattamenti che hai richiesto di più durante l’anno nei settori di medicina estetica e odontoiatria.

peeling Viso black friday Avezzano

Black-Friday medicina estetica Avezzano – I trattamenti in promo

Quest’anno per voi abbiamo scelto quattro trattamenti must della nostra clinica di bellezza: tutti con un super sconto del 20% sul prezzo da listino!

Botox Black Friday Avezzano

Botox, Peeling viso, rinofiller e sbiancamento dentale: questi sono i trattamenti scelti per voi per il prossimo blackfriday del 25 Novembre!

Botox – 370 Euro prezzo #BeautyFriday 295 Euro!

Peeling Viso – 120 Euro prezzo #BeautyFriday 95 Euro!

Filler Viso – 300 Euro prezzo #BeautyFriday 240 Euro!

Rinofiller – 500 Euro prezzo #BeautyFriday 400 Euro!

Sbiancamento dentale – 250 Euro prezzo #beautyfriday 200 Euro!

Rinofiller Black Friday Avezzano

Trattamenti per il viso del Black-Friday medicina estetica Avezzano

Giovinezza e luce nel tuo viso. I trattamenti viso godono sempre di grande attrazione da parte dei nostri pazienti, quindi in questo Black Friday potrai eseguire la tua tecnica preferita con uno sconto unico.

Il botox è indicato per ridurre e attenuare le rughe di espressione. Si tratta delle rughe causate dalla ripetuta contrazione dei muscoli facciali che vengono attivati quotidianamente, spesso in maniera inconsapevole, soprattutto per manifestare le emozioni. Il trattamento può correggere quindi le rughe verticali che si formano tra le sopracciglia (rughe glabellari), le “zampe di gallina” intorno agli occhi) e le rughe frontali, osservate alla massima elevazione delle sopracciglia.

Il filler viso viene soprattutto utilizzato per ridare al volto un aspetto giovane, quindi per levigare le rughe, dare volume e rimodellare parti del viso come gli zigomi, le labbra, il mento e la fronte.

Blackfriday Filler Acido Ialuronico Avezzano

Il peeling è una tecnica dermo-estetica che consiste nell’applicazione di uno o più agenti chimici esfolianti allo scopo di provocare una esfoliazione profonda della cuta. E’ indicato per ridare lucentezza ad una pelle invecchiata (crono o photo-aging), nelle macchie (melasma e cloasma) e nella pelle impura a tendenza acneica.

Il rinofiller è un rimodellamento non chirurgico del naso attraverso l’utilizzo dell’acido ialuronico. E’ un trattamento reversibile che ha una durata di circa 6/8 mesi ed è ideale per correggere alcuni difetti del naso senza passare dalla sala operatoria.

Lo sbiancamento dentale è un trattamento odontoiatrico estetico volto a ripristinare il colore naturale dei denti alterato da diversi fattori. Lo sbiancamento dei denti professionale viene praticato da dentisti e igienisti specializzati che si avvalgono di strumentazione adeguata e prodotti appositi a base di perossido di idrogeno, per rimuovere i pigmenti sedimentati all’interno dello smalto dentale e della dentina e responsabili della colorazione alterata della dentatura.

Sbiancamento Dentale black friday Avezzano

Black Friday medicina estetica Avezzano – Come prenotare il tuo trattamento

Bloccare il tuo trattamento scontato blackfriday è facilissimo: prenota contattando il numero 3409716706 oppure mandando una mail a info@marianettimed.it dal 14 al 30 Novembre. Potrai utilizzare il tuo trattamento prenotato fino ad inizio Maggio 2023.

 

 

 

 

 


Coronavirus-Enfermedades_infecciosas-Infecciones-Como_hacer_472464572_147429913_1024x576.jpg

07/04/2020 Odontoiatria0

Il decreto Ministeriale limita l’attività clinica odontoiatrica unicamente alle prestazioni a carattere di urgenza o non differibili e invita a procrastinare tutte le altre, così da limitare le possibili occasioni di contagio e diffusione del virus.

In questo periodo in cui purtroppo non è possibile recarsi in studio, è importante avvisare telefonicamente l’ortodontista per qualsiasi problema o dubbio. Cos’è successo? Che cosa si è rotto? Cosa fa male? È importante essere molto precisi nel fornire queste informazioni, solo così sarà possibile fornire i consigli corretti utilizzando non solo il telefono ma anche mail, Whatsapp e Facebook.

Di seguito troverete le più comuni urgenze ortodontiche e una breve to do list per non perdere tempo prezioso.

Urgenze con apparecchi mobili

APPARECCHIO ROTTO

In caso di rottura dell’apparecchio, dopo aver contattato l’ortodontista, è utile capire se si può ancora continuare a utilizzare la parte dell’apparecchio sana per non perdere il lavoro fatto fino a quel punto.

APPARECCHIO CHE FA MALE

In caso di dolore causato dall’apparecchio è importante controllare che in corrispondenza della zona che fa male non ci siano delle piccole ulcerazioni o delle afte. In quel caso il dolore non è causato dall’apparecchio e basta utilizzare un prodotto per curare le afte, reperibile con facilità in farmacia. Può succedere che l’apparecchio non sia stato utilizzato secondo la prescrizione ortodontica fornita: se viene tenuto per meno tempo del previsto potrebbe far male; in questo caso sarebbe bene tenerlo con il massimo impegno e vedere dopo 2-3 giorni il dolore è sparito. Se l’apparecchio veniva attivato dal paziente, può essere utile provare a tornare indietro con l’ultima attivazione e ridare poi l’attivazione dopo 2-3 giorni.
Urgenze con apparecchi fissi

APPARECCHIO CHE GRAFFIA, PUNGE O IRRITA

Se una parte dell’apparecchio graffia, punge, o irrita la mucosa si può provare a utilizzare una pallina di cera ortodontica (che si trova facilmente anche nelle farmacie e negli ipermercati) cercando di farla aderire bene attorno alla zona che da fastidio. Non avendo a disposizione la cera ortodontica si può provare con un piccolo pezzo di gomma da masticare senza zucchero. Bisogna masticarla per pochi minuti e poi applicare sulla zona dell’apparecchio come fosse la cera.

BANDA ORTODONTICA DECEMENTATA

Se la banda ortodontica che si è decementata è singola si può provare a rimuoverla con due dita; se l’anello è collegato ad altre parti dell’apparecchio si può provare a spingerlo con il dito attorno al dente, in modo che si muova il meno possibile, e cercare di masticare dall’altro lato.

DISTACCO DEL BRACKET ORTODONTICO

Se si è staccato un bracket ortodontico guardare se si può sfilare dal filo con le dita o una pinzetta; se non è sfilabile, ma dà fastidio alla mucosa o al dente, si può provare a inglobarlo in una pallina di cera ortodontica.

ROTTURA DEL FILO

Se si è rotto il filo e la parte che è rimasta in bocca graffia o punge, si può, dopo aver sentito l’ortodontista, provare ad accorciarlo con un tronchesino da unghie tenendo con due dita l’estremità del filo lontana dall’apparecchio.


ODONTOIATRIA-PEDIATRICA-TAGLIATA.jpg

14/02/2020 Odontoiatria0

Le abitudini viziate come l’utilizzo del ciuccio, il dito in bocca, la deglutizione atipica e la respirazione orale, sono abitudini che si sviluppano in età pediatrica e che, se prolungate nel tempo, interferiscono sul corretto sviluppo della bocca e della crescita cranio-facciale determinando, così una malocclusione. Eliminare precocemente queste cattive abitudini, può quindi determinare il ritorno ad una occlusione normale, ci spiega la Dott.ssa Sara Marianetti, gnatologa e ortodontista pediatrica: “individuare il più precocemente possibile le funzioni non fisiologiche evita l’instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche complesse e di lunga durata”.

Dottoressa, cos’è il succhiamento non nutritivo del bambino?

Il succhiamento non nutritivo, è un termine tecnico utilizzato da noi odontoiatri che consiste nel succhiamento di un dito, ma anche del ciuccio, di un labbro o di un oggetto. È un succhiamento fine a sé stesso che diventa una sorta di sostituto dell’immagine materna e rappresenta un’incredibile sorgente di tranquillità e sicurezza nei primi anni di vita.

Quali conseguenze può portare questa azione?

Le conseguenze del protrarsi di questo atteggiamento, possono essere molteplici: palato stretto, mancanza di contatto interdentale in sede incisiva, morso aperto per la ridotta crescita dell’osso alveolare, persistenza della deglutizione infantile, incompetenza labiale, problemi masticatori e fonetici e per concludere l’instaurarsi di malocclusioni.

A quale età è consigliabile quindi interrompere l’utilizzo del ciuccio?

La maggior parte dei bimbi interrompe l’abitudine a succhiare il dito o il succhiotto tra i due i quattro anni di età: nel caso in cui l’atteggiamento dovesse protrarsi oltre, il momento ottimale per correggere questa parafunzione è l’età fra i 4 e i 5 anni. Il rischio che si sviluppi una malocclusione dovuta al succhiamento è dietro l’angolo: è tanto maggiore quanto più a lungo il piccolo paziente protrae questa cattiva abitudine.

Cos’è invece la respirazione orale?

E’ quando si respira con la bocca anziché con il naso: il flusso dell’aria in sostanza percorre il canale orofaringeo, quindi la bocca, anziché quello rinofaringeo, del naso. La respirazione orale è in grado di determinare ripercussioni anche importanti sull’armonico sviluppo dello scheletro maxillo-facciale: condiziona la crescita dell’apparato stomatognatico, cioè di tutte le strutture che formano la bocca nel suo complesso e che operano nella nutrizione, nella masticazione e nella deglutizione.  Questo problema è più frequente nei bambini con viso e spazio rino-faringeo stretti e allungati ed è responsabile di alterazioni a più livelli, locali e sistemici.

Quali sono in questo caso le conseguenze di una respirazione “scorretta”?

I bambini tendono a sviluppare una deglutizione atipica con posizionamento anomalo della lingua, un morso aperto e un palato stretto e ogivale causato dallo scorretto lavoro dei muscoli. La lingua assume una postura bassa e non toccando il palato, non consente un corretto modellamento della parte alta della bocca, cioè del mascellare superiore. Le labbra non si chiudono a riposo e questo facilita lo sventagliamento degli incisivi superiore.

Concludiamo parlando della deglutizione atipica, cos’è?

E’ il mancato passaggio della deglutizione da infantile ad adulta: nel neonato è considerato normale interporre la lingua tra le arcate durante l’atto della deglutizione. Successivamente in seguito alla comparsa dei primi denti ed all’inizio dello svezzamento, la deglutizione si modifica nella sua forma adulta, caratterizzata da un posizionamento della lingua più in alto, contro il palato. Alcuni bambini mantengono, però l’abitudine a porre la lingua tra le arcate e il persistere di questa deglutizione può causare l’instaurarsi di malocclusioni ostacolando la normale crescita scheletrica verticale dei mascellari.

Come risolvere?

Numerose sono le terapie proposte per correggere la deglutizione infantile. Secondo alcuni la terapia ottimale è quella miofunzionale, che utilizza esercizi di fisioterapia; altri propongono l’uso di apparecchiature ortodontiche fornite di griglia palatina per riportare forzatamente la lingua in una posizione più arretrata e palatale; altri ancora associano entrambe le tecniche, utilizzando gli esercizi per stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con la terapia ortodontica.

La masticazione e la deglutizione sono due spie importanti di una cattiva occlusione. Anche in questo caso, una masticazione e una deglutizione non fisiologiche possono essere sia conseguenza sia causa di una malocclusione.

Per capire se queste due funzioni orali si sono sviluppate in maniera non fisiologica bisogna osservare il modo di mangiare del bimbo.

. Se mastica prevalentemente da un lato, oppure a bocca aperta e in modo rumoroso, il piccolo potrebbe avere un’occlusione o una coordinazione muscolare alterata. La masticazione unilaterale potrebbe anche indicare la presenza di un’inversione laterale del morso. Una masticazione corretta infatti avviene a bocca chiusa e deve essere bilanciata in tutte le direzioni per permettere la corretta triturazione del bolo.

. Se invece il piccolo interpone la lingua tra le arcate dentali superiore e inferiore quando deglutisce, presenta una disfuzione in quest’area che potrebbe essere dovuta alla presenza di un morso aperto.

 

Di Marco Zorzetto con la consulenza della Dott.ssa Sara Marianetti, gnatologa esperta in odontoiatria infantile a Roma e Avezzano (Aq)

 

 

 


cicatrici-sul-viso-e1568374835414-1200x857.jpg

06/02/2020 Odontoiatria0

La medicina estetica, con la dermoabrasione, offre oggi un trattamento innovativo per questo problema che  garantisce risultati sorprendenti!

Convivere con certi segni, memorie di un disagio o di un accadimento più profondo può essere molto difficile: le cicatrici, che siano dovute da una malattia della pelle o da trauma, rappresentano da sempre un problema estetico non indifferente.

Qualunque sia la ragione della comparsa delle cicatrici, preferiremmo non averle: possono essere segni lasciati dalla varicella, dall’acne, con cui abbiamo fatto i conti specialmente durante l’adolescenza, oppure si tratta di punti di sutura che sono stati praticati in seguito a delle brutte cadute o dopo esserci sottoposti a degli interventi chirurgici.

Se fino ad oggi abbiamo potuto ovviare il problema camuffandole con il trucco o nascondendole con gel a base di silicone, una novità arriva dalla medicina estetica che grazie al trattamento di dermoabrasione promette risultati entusiasmanti.  A parlarcene è il Dott. Tito Marianetti, chirurgo maxillo facciale specializzato in chirurgia estetica facciale a Roma, che ci racconta nel dettaglio questa procedura innovativa.

Dottor Marianetti, in cosa consiste la dermoabrasione?

La Dermoabrasione è una procedura medico-chirurgica che consiste nel rimuovere gli strati più superficiali della pelle, permettendo la  rigenerazione di una cute più giovane e regolare: con la dermoabrasione è possibile correggere le  cicatrici e migliorare gli esiti da acne. Questo trattamento può risultare molto utile nella correzione di molti inestetismi cutanei: l’applicazione più comune è la possibilità di ridurre la visibilità e l’estensione delle cicatrici, siano esse chirurgiche, da trauma o da acne.

Come avviene nello specifico questa procedura?

Il trattamento viene realizzato passando delicatamente sulla zona da trattare una fresa rotante diamantata ad alta velocità. Il chirurgo muove lentamente la fresa accarezzando con essa la pelle ed abradendone gli stati più superficiali. La profondità è indicata dalla comparsa di piccoli vasellini del derma. Nel processo di guarigione sta l’efficacia del trattamento: nella nascita di nuovo strato di pelle sano, più liscio e più luminoso. La durata del trattamento varia a seconda dell’estensione della regione interessata e termina con una medicazione occlusiva che viene rimossa dopo quattro/sette giorni.

Esistono fattori che possono influenzare la riuscita del trattamento?

Certamente, la riuscita dello stesso è influenzata da diverse variabili: nei soggetti con carnagione chiara, in genere vi è maggiore probabilità di ottenere degli ottimi risultati, rispetto invece ai soggetti con carnagione più scura o di origine asiatica e africana. Alcune cicatrici tendono per natura a risultare più visibili rispetto ad altre, come nella zona del torace, sulle spalle o dietro le orecchie.

Si proverà dolore?

E’ un trattamento generalmente indolore, ma la necessità di un’anestesia dipende dalla grandezza della zona da trattare o dall’estensione di una cicatrice: solitamente l’unico tipo di anestesia che si utilizza è quella con ghiaccio spray, spruzzato sulla zona da trattare subito prima del trattamento tuttavia se la procedura è particolarmente estesa per esempio sull’intero volto, può essere necessario il ricorso all’anestesia generale con conseguente ricovero in clinica per una notte.

Quando si può giovare dei risultati?

Il risultato estetico, permanente, sarà raggiunto in maniera definitiva a distanza di circa sei mesi dal trattamento. E’ opportuno ricordare che il post-operatorio è piuttosto complicato: la ricrescita delle pelle avviene tra il quinto e l’ottavo giorno, lasso di tempo nel quale il proprio aspetto non sarà certamente dei migliori. Subito dopo il trattamento lo stato d’apparenza della nostra epidermide potrebbe metterci in crisi, ma bisogna portare pazienza. Attenzione al sole estivo: è necessario evitare l’esposizione per alcuni mesi, proteggendosi con creme a filtro solare molto alto e può essere necessario sottoporsi ad una profilassi antibiotica e antivirale contro l’herpes simplex.

 

La dermoabrasione va evitata nei seguenti casi:

– soggetti che hanno utilizzato la isotretinoina, farmaco per curare l’acne, negli ultimi sei mesi;

– soggetti che si sono sottoposti ad un lifting o brow-lif in tempi recenti;

– soggetti che soffrono di cicatrici cheloidi;

– soggetti con herpes o altre infezioni della pelle;

– soggetti con disordini immunitari o della pelle e del sangue;

 

Il costo di una dermoabrasione può variare dai 500 ai 2000 euro.


bruxismo-1200x891.jpg

03/02/2020 Odontoiatria0

A chi non è mai capitato, a causa magari di un po’ di stress, di digrignare i denti? Questo comportamento, se intrapreso per un breve periodo non causa alcuna conseguenza, tuttavia, nel caso in cui la tendenza divenga persistente può causare svariati problemi come ci spiega la Dott.ssa Sara Marianetti, gnatologa ed esperta in problemi correlati all’articolazione temporo-mandibolare “Per colpa dei ritmi di vita frenetici, del fumo e del consumo di alcol e droghe, sempre più persone soffrono di bruxismo che determina il serramento della mascella e il digrignamento dei denti con l’insorgenza di tensioni muscolari e un progressivo danneggiamento della dentatura”.

I dati raccolti dall’Accademia Italiana di odontoiatria protesica, parlano di episodi di bruxismo presente in un italiano su tre: le vittime potrebbero arrivare a quindici/diciotto milioni di persone con riscontro in tutte le età, compresa quella infantile.  Un problema molto comune quindi, che nella maggior parte dei casi si verifica inconsciamente durante il sonno, ma che può presentarsi anche da svegli, per esempio quando si è tesi o intensamente concentrati.

Dottoressa in cosa consiste esattamente il bruxismo?

Il bruxismo, deriva dalla parola greca βρύχω, che significa letteralmente “digrignamento dei denti” e consiste in uno sfregamento associato ad un serramento, involontario e violento, dei denti delle due arcate (inferiore e superiore). Questo fenomeno, talvolta, può essere rumoroso e fastidioso, non tanto per chi lo esegue, ma per chi gli sta vicino.

Come accorgersi se si soffre di questo problema?


In genere è sufficiente mettersi davanti allo specchio con i denti allineati appoggiando l’arcata superiore a quella inferiore; se non si individuano spazio tra incisivi superiori ed inferiori è probabile che sia presente il disturbo. Il soggetto affetto da bruxismo spesso però, non si rende conto del digrignamento dei denti e il fenomeno, se non genera rumore, potrebbe quindi passare inosservato. Campanelli di allarme possono essere il lamentare al risveglio una fastidiosa sensazione di dolore a livello della mandibola, o della arcata dentali e ricorrenza a cefalee muscolo-tensive

Quali danni comporta alla dentura il costante digrignamento dei denti?

I denti subiscono una progressiva usura, che appare come una limatura a livello dello smalto: il consumo dei denti è causato dal continuo sfregamento degli stessi, che facilita l’insorgenza delle carie, poiché lo smalto è continuamente soggetto a sollecitazione. Nei casi di bruxismo più intenso, il paziente potrebbe addirittura subire un danneggiamento dell’osso alveolare ed un possibile “scollamento” delle gengive; inoltre, in alcuni soggetti, la raschiatura tra i denti avviene in modo così intenso da evidenziare la dentina, favorendo ancor più l’abrasione dentale.

Come risolvere il problema?


Quando le cause scatenanti il digrignamento dei denti sono di origine psicologica, legate quindi ad ansia e stress, Il bruxismo continuerà fino a quando non si elimina la fonte di disagio, sia nei bambini che negli adulti. Attualmente sul mercato esistono apparecchi particolari chiamati Bite, che rappresentano tutt’oggi l’unico rimedio efficace per alleggerire i disturbi che potrebbero derivare dal bruxismo.

Cosa comporta l’utilizzo di questo apparecchio?

Il BITE, è uno speciale apparecchio ortodontico utile a proteggere i denti dall’erosione durante il sonno: si deve applicare durante la notte, prima di coricarsi, ed ostacola il digrignamento perché si intercala tra le superfici masticatorie. L’utilizzo del bite favorisce il rilassamento dei muscoli adibiti alla masticazione: l’apparecchio è quindi in grado di diminuire l’intensità derivata dallo sforzo muscolare notturno, favorendo lo “scioglimento” dei muscoli.

In quali termini una malocclusione dentale può favorire il bruxismo?


Bruxismo e malocclusione si ritrovano assieme quando la seconda determina il primo o quando il primo, a lungo trascurato, provoca un disallineamento delle arcate dentali. Questo avviene per la marcata usura delle superfici masticatorie, che altera l’equilibrio fra le due arcate dentali.

Come risolvere in questo caso?


Nel caso in cui la malocclusione sia di origine prettamente dentale, sarà necessario intervenire con un percorso ortodontico personalizzato sul problema del paziente, in alternativa, se la natura fosse dento-scheletrica, l’intervento di chirurgia ortognatica rappresenta l’unica strada possibile per correggere l’anomalia della mandibola.

LE CAUSE DEL BRUXISMO


Non è facile e sempre possibile individuare la causa scatenante del bruxismo, ma è possibile individuare alcuni importanti fattori di rischio.

Ansia e stress: è noto che una tensione eccessiva e costante possa disturbare il sonno e uno dei meccanismi che interviene è proprio questo. Il bruxismo causato da stress continuerà fino a quando non si elimina la fonte di disagio, sia nei bambini che negli adulti.

Apnee ostruttive del sonno (osas): possono favorire la comparsa del disturbo secondo meccanismi ancora da chiarire.

Malocclusioni dento-scheletriche: tra i fattori che promuovono il disturbo emergono anche malformazioni della mandibola, mal occlusioni a livello dei denti.

Fumo, alcol e assunzione di droghe: sono abitudini che possono generare l’insorgenza del problema.

Farmaci: Alcuni medicinali antidepressivi e antipsicotici possono essere causa di bruxismo come effetto collaterale, per esempio paroxetina, fluoxetina e sertralina; si tratta ovviamente di un possibile effetto collaterale, che quindi non è detto che si verifichi per forza.

 

Articolo scritto da Marco Zorzetto, tratto da BioMagazine 


mal-di-schiena-gnatologia.jpg

03/12/2019 Odontoiatria0

Scopriamo perché i denti e la cattiva occlusione dentale possono essere la causa del tuo mal di schiena!

Spesso chi soffre di mal di schiena riconduce esclusivamente il problema ad una cattiva postura o sforzi inopportuni, ignorando però un fatto: i dolori alla schiena possono essere strettamente connessi a disturbi a carico dei denti o della zona della bocca e della mandibola.

Dolori ripetuti, come sottolinea la Dott.ssa Sara Marianetti, odontoiatra e gnatologa a Roma, possono nascondere una malocclusione dentale: “quando i denti risultano mal posizionati, questi possono influenzare le abitudini posturali di chi ne soffre, causando di riflesso problemi molto più ampi”.

La correlazione tra salute dentale e mal di schiena diventa quindi un elemento da tenere sempre a mente: un problema che comunque può essere risolto sia, nei casi più lievi, da un dentista sia, nei casi più severi, con l’intervento chirurgico.

Che cos’è una malocclusione?
L’occlusione indica la maniera in cui la bocca si chiude e quindi come i denti si posizionano tra loro. Quando l’occlusione non è perfetta si parla di malocclusione, che può causare dolore ai denti, ma anche ai muscoli mandibolari, mal di testa e mal di schiena, il bruxismo e patologie dell’ATM.

Come si sviluppa e quali sono le cause della stessa?
Può essere frutto di un trauma o di una patologia, oltre che della postura sbagliata anche in fase di sonno. Se per molto tempo la diagnosi di una malocclusione è stata affidata a interpretazioni più che a misurazioni scientifiche, oggi per fortuna si può misurarla con grande precisione affidandosi a strumenti computerizzati.

Che ruolo gioca quindi la postura in questa problematica?
La postura è fondamentale per il corretto funzionamento e l’equilibrio del corpo. La malocclusione dentale può essere dunque causata in primis da una serie di problematiche a livello posturale: mal di schiena, ma anche problemi connessi alla cervicale. Se la postura appare scorretta, azioni come la respirazione e la deglutinazione vengono alterate: ciò provoca di riflesso dei problemi alla mandibola, la quale si serra in modo scorretto. Le pressioni elevate in sede mandibolare provocano a loro volta una serie di problematiche al collo, alla schiena e persino al viso. Il risultato è la modifica della postura, con la conseguente emersione di patologie come la lordosi lombare e cervicale.

Come risolvere il problema?
Quando la malocclusione è gestibile con un percorso ortodontico, l’odontoiatra consiglierà l’utilizzo un bite personalizzato che vada ad influenzare la corretta chiusura dei denti. In associazione a questo, può essere utile affiancare un percorso è di osteopatia mandibolare che, attraverso particolari esercizi, supporta la corretta chiusura della mandibola.

E se il problema fosse di natura più seria?
Qualora si evidenziassero problemi di severa malocclusione dento-scheletrica occorre correggerli con un trattamento combinato ortodontico-chirurgico: in caso di chirurgia Surgery First, il trattamento chirurgico potrà essere effettuato prima del trattamento ortodontico e, successivamente, l’applicazione dell’apparecchio durerà per un periodo complessivo di 6-8 mesi. Con questo approccio il problema estetico del paziente viene immediatamente risolto, evitando allo stesso il fastidioso periodo di ortodonzia pre-chirurgica che genera spesso situazioni di disagio socio-psicologico.

E’ un intervento doloroso? quando si può tornare alla vita di tutti i giorni?
Oggigiorno l’intervento è assolutamente sopportabile, meno invasivo e con tempi di ripresa notevolmente accorciati rispetto al passato: dopo un paio di settimane dall’intervento è già possibile tornare al lavoro e alla vita sociale. Per avere una stabilizzazione del risultato invece è necessario attendere 2-3 mesi dall’intervento.

Mal di schiena: a volte nasce dai denti
La Dott.ssa Sara Marianetti sulle pagine di VITA IN COPPIA 2019

 


lingua-1200x800.jpg

31/10/2019 Odontoiatria0

“Tenere la lingua al suo posto”, un modo di dire comune che nel gergo odontoiatrico acquisisce un significato ben più profondo, collegato proprio all’importanza del posizionamento corretto della lingua all’interno del cavo orale.

La lingua, oltre ad essere uno dei principali organi della fonazione, è responsabile del gusto e svolge la funzione di impastare il cibo con la saliva e di spingerlo sotto i denti affinché venga triturato e quindi spinto giù per l’esofago, dando avvio alla deglutizione.

Avere un’alterata postura della lingua, come per esempio la postura bassa o la interposizione della lingua tra i denti, rappresenta quindi un’importante fattore di rischio nella crescita armonica dento-scheletrica.  Prioritario è quindi intercettare tempestivamente il problema, soprattutto nei primi anni di vita, al fine di correggere l’eventuale crescita cranio-facciale che può contribuire all’instaurarsi di malocclusioni dentali e alterazioni scheletriche, che, con il passare degli anni potrebbero divenire difficoltose da correggere.

La posizione bassa della lingua stimola maggiormente la crescita antero-posteriore della mandibola e impedisce il completo sviluppo del palato che appare contratto, con forma ogivale e pliche palatine molto accentuate.
L’interposizione della lingua tra i denti invece, determina una spinta tra i denti con conseguente biprotrusione dentale e morso aperto anteriore.

In tutti questi casi, i muscoli del volto compensano con la loro contrazione l’inefficace lavoro linguale: Questo squilibrio muscolare orofacciale può essere associato a problematiche di tipo posturale, di fonazione, di articolazione. Un consulto odontoiatrico è il primo step per comprendere come poter risolvere il problema: lo specialista sarà in grado di indirizzarvi verso un percorso odontoiatrico idoneo al ripristino della corretta posizione linguale.

Sara Marianetti intervistata nel numero di Luglio/Agosto 2019 di Profilo Salute

 

 

 


paura-dentista-min.jpg

16/07/2019 Odontoiatria0

E’ possibile rilassarsi con la nuova tecnica della sedazione cosciente, un mix di ossigeno e protossido di azoto da inalare. 

(Intervista al Dott. Giuseppe Marianetti a cura di Francesca Solari per il settimanale VERO).

Sono davvero pochi i fortunati a cui l’appuntamento con il dentista non suscita sentimenti che vanno dall’apprensione al vero e proprio terrore. Oggi, però, è un sentimento immotivato: gli odontoiatri sono figure sempre più qualificate e pronte a intervenire sui pazienti in maniera delicata, avvalendosi di tecnologie che riducono i disagi ai minimi termini. Operazioni come l’igiene dentale, la rilevazione di impronte per chi deve indossare un apparecchio, l’anestesia sono sempre meno invasive. Chi, ad esempio, soffre di ipersensibilità della dentina, cioè lo strato del dente sottostante lo smalto, può richiedere l’applicazione di una speciale pasta prima della seduta di pulizia per minimizzare il dolore; mentre le impronte dentali necessarie alla realizzazione di impianti e apparecchi possono essere rilevate elettronicamente, e anche le anestesie sono sempre meno dolorose. Senza dubbio, però, la novità che più di ogni altra può essere di aiuto a chi vive con paura l’appuntamento sulla poltrona è la sedazione cosciente, di cui parliamo insieme con il Dottor Giuseppe Marianetti, specialista in odontoiatria ad Avezzano (Aq).

Di che cosa si tratta, e in che modo può venire incontro ai pazienti più apprensivi? “La sedazione cosciente consiste nella somministrazione ai pazienti di una miscela di ossigeno e di protossido di azoto. In ambiente extra ospedaliero la miscela è da utilizzarsi alla concentrazione massima del 50% di ossigeno (cioè non più del 50% di protossido di azoto e almeno 50% di ossigeno). La miscela, che non è in alcun modo tossica, né irritante, va inalata attraverso una mascherina nasale, e fa sì che, in pochi minuti, ci si trovi in uno stato di rilassamento completo, che predispone a qualunque intervento”, risponde l’esperto.

Come è evidente dal nome della tecnica, si rimane perfettamente coscienti, anche perché la soluzione va inalata attivamente e in maniera costante tramite la mascherina nasale. Si prova, tuttavia, una sensazione di sicurezza, di tranquillità e di benessere, e grazie a questo stato d’animo indotto dalla sedazione si è pronti ad affrontare in completo relax i più svariati trattamenti.

Esistono controindicazioni a questo tipo di trattamento? “Sì, ci sono situazioni e condizioni in cui la sedazione cosciente è controindicata: non possono sottoporvisi le donne in stato di gravidanza, i pazienti affetti da disturbi mentali, le persone tossicodipendenti e coloro che sono affetti da gravi infezioni polmonari”, chiarisce il Dottor Marianetti. Se si hanno difficoltà di inalazione, infatti, il rischio è che si manifestino sintomi quali nausea e vomito. Per questo, in primavera, andrebbe evitata anche da coloro che soffrono di allergie ai pollini.

La sedazione cosciente è indicata per tutti i pazienti della studio odontoiatrico, sia adulti che bambini a partire da quattro anni in su. Dopo la sedazione bisogna evitare di mangiare per un paio di ore. L’effetto della sedazione cosciente ha inizio a pochissimi minuti di distanza dalla prima inalazione, e nel corso della seduta dal dentista il paziente seguita a respirare la miscela di ossigeno e di protossido di azoto. A questo punto lo specialista o i suoi collaboratori possono dedicarsi all’intervento necessario: dalla semplice igiene dentale con rimozione di tartaro e placca e delle macchie dentali all’endodonzia, termine con il quale si indicano gli interventi sui tessuti interni del dente. L’odontoiatra può inoltre dedicarsi, in piena sicurezza, anche alla cura delle carie, così come a eventuali interventi chirurgici. A questo riguardo, infatti, è molto importante chiarire che la sedazione cosciente non sostituisce in alcuna maniera l’anestesia. Se necessario, infatti, l’odontoiatra potrà praticare l’anestesia locale a un paziente in sedazione, e questo rappresenta, nuovamente, un grosso vantaggio per tutte quelle persone che mal sopportano l’idea di una iniezione nella gengiva.

“Anche se la sedazione cosciente rappresenta una delle possibilità più interessanti per chi teme visite e interventi odontoiatrici è importante osservare che, soprattutto negli ultimi decenni, si è verificata una grande evoluzione di tutto il settore, e l’attenzione nei confronti del comfort e della sicurezza dei pazienti è sempre più alta”, evidenzia in conclusione il Dottor Marianetti. “Grazie alla introduzione del corso di specializzazione in Odontoiatria e Protesi Dentaria e, più recentemente, del corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria, il dentista è oggi una figura altamente qualificata, che si avvale della collaborazione di figure specializzate: siamo lontani, insomma, dai tempi in cui un paziente si affidava a un unico dentista che faceva tutto”, spiega.

Sempre più spesso, negli studi dentistici, operano in team odontoiatri esperti nel trattamento degli adulti, dei bambini, igienisti dentali, esperti in chirurgia mandibolare e in ortodonzia, che si occupano della correzione di eventuali anomalie nel posizionamento dei denti e tutto questo permette un approccio ai pazienti sempre più accurato, personalizzato e, soprattutto, delicato.

 

Il Dott. Giuseppe Marianetti spiega sulle pagine del settimanale VERO, la sedazione cosciente

looking-for-during-a-dental-checkup.jpg

28/05/2019 Odontoiatria0

Troppo spesso ci si ricorda del dentista solo quando sopraggiunge un problema che influisce negativamente sulla qualità della nostra vita, come può essere un’infiammazione alle gengive o un comune mal di denti.

Nella maggior parte dei casi, quando il disturbo che causa dolore è stato trascurato, i sintomi dello stesso possono divenire così fastidiosi da diventare invalidanti: questo significa che il dentista, attraverso una visita di controllo, avrebbe potuto individuare il problema per tempo ed agire tempestivamente nella sua risoluzione.

E’ necessario, per questo, calendarizzare delle scadenze periodiche con il nostro odontoiatra, proprio per evitare di doverlo incontrare a “danno avvenuto”, quando il problema è già evidente.

In un’ottica di prevenzione, quindi ogni quanto bisogna andare dal dentista? “Quando una persona non ha particolari problemi che vanno tenuti sotto stretto controllo, si consiglia di eseguire una visita odontoiatrica ogni sei mesi, afferma la Dottoressa Sara Marianetti, odontoiatra di Avezzano (Aq) e Roma.

La visita dentistica periodica ci permette di prevenire il sopraggiungere di problemi ai denti o comunque di scorgerli in fase iniziale, vediamone i più comuni:

Carie: la carie dentale è una vera e propria malattia provocata dalla presenza di batteri che attaccano i tessuti del dente, distruggendoli in un lento e irreversibile processo. Questi microorganismi invisibili all’occhio umano popolano il cavo orale causando infezioni che provocano la corrosione di smalto e dentina fino alla distruzione completa del dente colpito.

Come prevenirle?La prima e più importante prevenzione della carie dentale si basa su una corretta e minuziosa pulizia del cavo orale” spiega la Dott.ssa Marianetti, “questa deve avvenire durante le normali operazioni di igiene personale, da svolgersi dopo ogni pasto e in particolar modo prima di coricarsi per la notte: durante il sonno infatti la salivazione si azzera e i batteri hanno via libera per prolificare e procedere al danneggiamento dei tessuti duri dentali“.

Placca: La placca è un biofilm ad alta aderenza, incolore o giallo pallido, che si forma e si deposita regolarmente sui denti. La placca contiene batteri che producono acidi che attaccano lo smalto dei denti e possono danneggiare le gengive.

Tartaro:  il tartaro è la mineralizzazione della placca batterica, una sorta di pellicola appiccicosa costituita da batteri, cellule morte e residui di cibo che si deposita sui denti. Se la placca non viene rimossa attraverso una corretta igiene orale quotidiana, inizia a calcificare e nell’arco di poco tempo si trasforma in tartaro, che è direttamente attaccato ai denti.

Quali sono i rimedi naturali per contrastare l’insorgenza di questi problemi?Ci sono alimenti – in particolar modo frutta e verdure crude, come carote e mele  – che per merito delle loro proprietà benefiche e dall’alto contenuto di fibre aiutano a pulire i denti” spiega la nostra specialista che prosegue, “le cipolle hanno proprietà antibatteriche legate a un composto a base di zolfo che annienta i batteri presenti nel cavo orale, il tè verde risulta ricco di catechine, con proprietà antibatteriche, che aiuta a controllare le infiammazioni gengivali, il  mirtillo rilascia antiossidanti che contrastano i batteri responsabili delle carie “.

Gengivite: è un’infiammazione locale delle gengive che circondano i denti. Le gengive sane hanno un colorito roseo e non sanguinano durante lo spazzolamento e con l’uso del filo interdentale. La gengivite è causata dalla placca batterica che si stabilizza tra i denti e le gengive, coma una pellicola tenace. Al prolungato contatto con gli acidi velenosi prodotti dai batteri la gengiva si infiamma sempre di più e incomincia a sanguinare anche al semplice contatto con lo spazzolino.

Quali sono i rimedi naturali per questo problema?Anche per la gengivite la natura corre in nostro aiuto: l’aloe vera ha proprietà antibatteriche e antifungine, molto efficaci contro questo problema. Utilizzate la polpa di una foglia di aloe vera, strofinatela sulle gengive e lasciate in posa per 10 minuti“. Ma i rimedi, continua la Dottoressa non sono terminati: “Anche i chiodi di garofano sono fantastici per combattere le gengiviti, grazie alle loro proprietà antisettiche, antinfiammatorie, antiossidanti e analgesiche. Basterà masticare qualche chiodo di garofano a lungo e poi sputarlo“.

Normalmente, ad accompagnare la visita periodica durante la quale il dentista controlla che non vi siano carie o infiammazioni, si esegue anche una seduta di igiene dentale professionale che permette di evitare l’insorgere di gengiviti e paradontiti: “la pulizia dei denti serve per la rimozioni di placca e tartaro, che sono i veri nemici della bocca” sottolinea la nostra specialista, “con il normale spazzolino riusciamo infatti a pulire la superficie dei denti al di sopra della gengiva, ma non riusciamo a togliere quello posizionato nei punti difficili e quello sotto la gengiva, non visibile e non raggiungibile dallo spazzolino“. La pulizia professionale è quindi utile a neutralizzare tutti i nemici della bocca che una normale pulizia quotidiana non riesce a garantirci.

E’ bene tenere a mente che ci sono tutta una serie di soggetti che devono essere tenuti sotto più stretto controllo, ad esempio i fumatori, coloro che soffrono regolarmente di infezioni alle gengive, i diabetici, le donne incinta e chi è propenso alle carie o all’accumulo di tartaro.

Le visite periodiche e costanti dal dentista sono la prima arma che abbiamo a disposizione per mantenere sana la nostra bocca: la prevenzione è infatti l’alleata più preziosa per fare sì che il cavo orale si mantenga in buona salute e che le visite dal dentista non debbano essere troppo frequenti.

 

La Dott.ssa Sara Marianetti ci parla dell’importanza della visita periodica dal dentista per evitare diversi problemi connessi al cavo orale. Intervista sul mensile BIO MAGAZINE

 

 


denti-puliti2-1217-1200x684.jpg

28/05/2019 Odontoiatria0

La maggior parte delle persone sa come lavarsi i denti, ma sapevi che esiste una vera e propria arte per pulirli alla perfezione? Il Dott. Giuseppe Marianetti, ci fornisce le dieci regole d’oro per perfezionare i nostri gesti e mantenere i denti più puliti e sani:

  1. Lavarsi i denti almeno due volte al giorno, dopo la colazione e prima di andare a dormire. E’ possibile spazzolarli anche dopo pranzo e dopo altri pasti.
  2. Attendere almeno 30 minuti dal termine dei pasti prima di lavarsi i denti soprattutto se hai consumato cibi o bevande contenenti acidi, quali agrumi, vino o succhi di frutta. Se li spazzoli mentre gli acidi stanno ancora potenzialmente attaccando lo smalto, potresti danneggiare i denti in un loro momento di vulnerabilità.
  3. Se sei impossibilitato a lavarti i denti dopo un pasto, sciacqua la bocca con dell’acqua per un paio di volte; in questo modo ridurrai l’effetto degli acidi sullo smalto dei denti
  4. Utilizza uno spazzolino che abbia setole medie o setole morbide. Assicurati di scegliere una testina che si adatti alla tua bocca e ti consenta di raggiungere facilmente tutti i punti.
  5.  Spazzolare i denti per tra i due e i tre minuti minuti, praticando un movimento verticale dalla gengiva verso il dente.
  6. Spazzola accuratamente anche l’interno della dentatura e la parte posteriore.
  7. Passa le setole anche negli spazi interdentali
  8. Spazzola delicatamente anche la lingua e l’interno delle guance, aree in cui si depositano i batteri.
  9. Non c’è bisogno di ricoprire l’intero spazzolino di pasta dentifricia: ne basta poco, la dimensione di una perla. Se ne spreca meno e si puliscono meglio i denti, anche perché il dentifricio è solo una parte dell’equazione di una buona igiene orale.
  10. Conclusa la pulizia con lo spazzolino, almeno una volta al giorno, passare il filo interdentale così da eliminare i residui di cibo e gli accumuli di placca.

Seguire questi semplici passaggi  ti garantirà una pulizia ottimale dei denti: le tue gengive e i tuoi denti saranno più puliti, freschi e sani. E ricorda di chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ti spazzoli i denti: in questo modo puoi risparmiare fino a 6 litri di acqua ogni volta che ti prendi cura della tua bocca.


© 2019 Tutti i diritti riservati. P.IVA 13920001008