Attendere prego...

ODONTOIATRIA-PEDIATRICA-TAGLIATA.jpg

14/02/2020 Odontoiatria0

Le abitudini viziate come l’utilizzo del ciuccio, il dito in bocca, la deglutizione atipica e la respirazione orale, sono abitudini che si sviluppano in età pediatrica e che, se prolungate nel tempo, interferiscono sul corretto sviluppo della bocca e della crescita cranio-facciale determinando, così una malocclusione. Eliminare precocemente queste cattive abitudini, può quindi determinare il ritorno ad una occlusione normale, ci spiega la Dott.ssa Sara Marianetti, gnatologa e ortodontista pediatrica: “individuare il più precocemente possibile le funzioni non fisiologiche evita l’instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche complesse e di lunga durata”.

Dottoressa, cos’è il succhiamento non nutritivo del bambino?

Il succhiamento non nutritivo, è un termine tecnico utilizzato da noi odontoiatri che consiste nel succhiamento di un dito, ma anche del ciuccio, di un labbro o di un oggetto. È un succhiamento fine a sé stesso che diventa una sorta di sostituto dell’immagine materna e rappresenta un’incredibile sorgente di tranquillità e sicurezza nei primi anni di vita.

Quali conseguenze può portare questa azione?

Le conseguenze del protrarsi di questo atteggiamento, possono essere molteplici: palato stretto, mancanza di contatto interdentale in sede incisiva, morso aperto per la ridotta crescita dell’osso alveolare, persistenza della deglutizione infantile, incompetenza labiale, problemi masticatori e fonetici e per concludere l’instaurarsi di malocclusioni.

A quale età è consigliabile quindi interrompere l’utilizzo del ciuccio?

La maggior parte dei bimbi interrompe l’abitudine a succhiare il dito o il succhiotto tra i due i quattro anni di età: nel caso in cui l’atteggiamento dovesse protrarsi oltre, il momento ottimale per correggere questa parafunzione è l’età fra i 4 e i 5 anni. Il rischio che si sviluppi una malocclusione dovuta al succhiamento è dietro l’angolo: è tanto maggiore quanto più a lungo il piccolo paziente protrae questa cattiva abitudine.

Cos’è invece la respirazione orale?

E’ quando si respira con la bocca anziché con il naso: il flusso dell’aria in sostanza percorre il canale orofaringeo, quindi la bocca, anziché quello rinofaringeo, del naso. La respirazione orale è in grado di determinare ripercussioni anche importanti sull’armonico sviluppo dello scheletro maxillo-facciale: condiziona la crescita dell’apparato stomatognatico, cioè di tutte le strutture che formano la bocca nel suo complesso e che operano nella nutrizione, nella masticazione e nella deglutizione.  Questo problema è più frequente nei bambini con viso e spazio rino-faringeo stretti e allungati ed è responsabile di alterazioni a più livelli, locali e sistemici.

Quali sono in questo caso le conseguenze di una respirazione “scorretta”?

I bambini tendono a sviluppare una deglutizione atipica con posizionamento anomalo della lingua, un morso aperto e un palato stretto e ogivale causato dallo scorretto lavoro dei muscoli. La lingua assume una postura bassa e non toccando il palato, non consente un corretto modellamento della parte alta della bocca, cioè del mascellare superiore. Le labbra non si chiudono a riposo e questo facilita lo sventagliamento degli incisivi superiore.

Concludiamo parlando della deglutizione atipica, cos’è?

E’ il mancato passaggio della deglutizione da infantile ad adulta: nel neonato è considerato normale interporre la lingua tra le arcate durante l’atto della deglutizione. Successivamente in seguito alla comparsa dei primi denti ed all’inizio dello svezzamento, la deglutizione si modifica nella sua forma adulta, caratterizzata da un posizionamento della lingua più in alto, contro il palato. Alcuni bambini mantengono, però l’abitudine a porre la lingua tra le arcate e il persistere di questa deglutizione può causare l’instaurarsi di malocclusioni ostacolando la normale crescita scheletrica verticale dei mascellari.

Come risolvere?

Numerose sono le terapie proposte per correggere la deglutizione infantile. Secondo alcuni la terapia ottimale è quella miofunzionale, che utilizza esercizi di fisioterapia; altri propongono l’uso di apparecchiature ortodontiche fornite di griglia palatina per riportare forzatamente la lingua in una posizione più arretrata e palatale; altri ancora associano entrambe le tecniche, utilizzando gli esercizi per stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con la terapia ortodontica.

La masticazione e la deglutizione sono due spie importanti di una cattiva occlusione. Anche in questo caso, una masticazione e una deglutizione non fisiologiche possono essere sia conseguenza sia causa di una malocclusione.

Per capire se queste due funzioni orali si sono sviluppate in maniera non fisiologica bisogna osservare il modo di mangiare del bimbo.

. Se mastica prevalentemente da un lato, oppure a bocca aperta e in modo rumoroso, il piccolo potrebbe avere un’occlusione o una coordinazione muscolare alterata. La masticazione unilaterale potrebbe anche indicare la presenza di un’inversione laterale del morso. Una masticazione corretta infatti avviene a bocca chiusa e deve essere bilanciata in tutte le direzioni per permettere la corretta triturazione del bolo.

. Se invece il piccolo interpone la lingua tra le arcate dentali superiore e inferiore quando deglutisce, presenta una disfuzione in quest’area che potrebbe essere dovuta alla presenza di un morso aperto.

 

Di Marco Zorzetto con la consulenza della Dott.ssa Sara Marianetti, gnatologa esperta in odontoiatria infantile a Roma e Avezzano (Aq)

 

 

 


mal-di-schiena-gnatologia.jpg

03/12/2019 Odontoiatria0

Scopriamo perché i denti e la cattiva occlusione dentale possono essere la causa del tuo mal di schiena!

Spesso chi soffre di mal di schiena riconduce esclusivamente il problema ad una cattiva postura o sforzi inopportuni, ignorando però un fatto: i dolori alla schiena possono essere strettamente connessi a disturbi a carico dei denti o della zona della bocca e della mandibola.

Dolori ripetuti, come sottolinea la Dott.ssa Sara Marianetti, odontoiatra e gnatologa a Roma, possono nascondere una malocclusione dentale: “quando i denti risultano mal posizionati, questi possono influenzare le abitudini posturali di chi ne soffre, causando di riflesso problemi molto più ampi”.

La correlazione tra salute dentale e mal di schiena diventa quindi un elemento da tenere sempre a mente: un problema che comunque può essere risolto sia, nei casi più lievi, da un dentista sia, nei casi più severi, con l’intervento chirurgico.

Che cos’è una malocclusione?
L’occlusione indica la maniera in cui la bocca si chiude e quindi come i denti si posizionano tra loro. Quando l’occlusione non è perfetta si parla di malocclusione, che può causare dolore ai denti, ma anche ai muscoli mandibolari, mal di testa e mal di schiena, il bruxismo e patologie dell’ATM.

Come si sviluppa e quali sono le cause della stessa?
Può essere frutto di un trauma o di una patologia, oltre che della postura sbagliata anche in fase di sonno. Se per molto tempo la diagnosi di una malocclusione è stata affidata a interpretazioni più che a misurazioni scientifiche, oggi per fortuna si può misurarla con grande precisione affidandosi a strumenti computerizzati.

Che ruolo gioca quindi la postura in questa problematica?
La postura è fondamentale per il corretto funzionamento e l’equilibrio del corpo. La malocclusione dentale può essere dunque causata in primis da una serie di problematiche a livello posturale: mal di schiena, ma anche problemi connessi alla cervicale. Se la postura appare scorretta, azioni come la respirazione e la deglutinazione vengono alterate: ciò provoca di riflesso dei problemi alla mandibola, la quale si serra in modo scorretto. Le pressioni elevate in sede mandibolare provocano a loro volta una serie di problematiche al collo, alla schiena e persino al viso. Il risultato è la modifica della postura, con la conseguente emersione di patologie come la lordosi lombare e cervicale.

Come risolvere il problema?
Quando la malocclusione è gestibile con un percorso ortodontico, l’odontoiatra consiglierà l’utilizzo un bite personalizzato che vada ad influenzare la corretta chiusura dei denti. In associazione a questo, può essere utile affiancare un percorso è di osteopatia mandibolare che, attraverso particolari esercizi, supporta la corretta chiusura della mandibola.

E se il problema fosse di natura più seria?
Qualora si evidenziassero problemi di severa malocclusione dento-scheletrica occorre correggerli con un trattamento combinato ortodontico-chirurgico: in caso di chirurgia Surgery First, il trattamento chirurgico potrà essere effettuato prima del trattamento ortodontico e, successivamente, l’applicazione dell’apparecchio durerà per un periodo complessivo di 6-8 mesi. Con questo approccio il problema estetico del paziente viene immediatamente risolto, evitando allo stesso il fastidioso periodo di ortodonzia pre-chirurgica che genera spesso situazioni di disagio socio-psicologico.

E’ un intervento doloroso? quando si può tornare alla vita di tutti i giorni?
Oggigiorno l’intervento è assolutamente sopportabile, meno invasivo e con tempi di ripresa notevolmente accorciati rispetto al passato: dopo un paio di settimane dall’intervento è già possibile tornare al lavoro e alla vita sociale. Per avere una stabilizzazione del risultato invece è necessario attendere 2-3 mesi dall’intervento.

Mal di schiena: a volte nasce dai denti
La Dott.ssa Sara Marianetti sulle pagine di VITA IN COPPIA 2019

 


lingua-1200x800.jpg

31/10/2019 Odontoiatria0

“Tenere la lingua al suo posto”, un modo di dire comune che nel gergo odontoiatrico acquisisce un significato ben più profondo, collegato proprio all’importanza del posizionamento corretto della lingua all’interno del cavo orale.

La lingua, oltre ad essere uno dei principali organi della fonazione, è responsabile del gusto e svolge la funzione di impastare il cibo con la saliva e di spingerlo sotto i denti affinché venga triturato e quindi spinto giù per l’esofago, dando avvio alla deglutizione.

Avere un’alterata postura della lingua, come per esempio la postura bassa o la interposizione della lingua tra i denti, rappresenta quindi un’importante fattore di rischio nella crescita armonica dento-scheletrica.  Prioritario è quindi intercettare tempestivamente il problema, soprattutto nei primi anni di vita, al fine di correggere l’eventuale crescita cranio-facciale che può contribuire all’instaurarsi di malocclusioni dentali e alterazioni scheletriche, che, con il passare degli anni potrebbero divenire difficoltose da correggere.

La posizione bassa della lingua stimola maggiormente la crescita antero-posteriore della mandibola e impedisce il completo sviluppo del palato che appare contratto, con forma ogivale e pliche palatine molto accentuate.
L’interposizione della lingua tra i denti invece, determina una spinta tra i denti con conseguente biprotrusione dentale e morso aperto anteriore.

In tutti questi casi, i muscoli del volto compensano con la loro contrazione l’inefficace lavoro linguale: Questo squilibrio muscolare orofacciale può essere associato a problematiche di tipo posturale, di fonazione, di articolazione. Un consulto odontoiatrico è il primo step per comprendere come poter risolvere il problema: lo specialista sarà in grado di indirizzarvi verso un percorso odontoiatrico idoneo al ripristino della corretta posizione linguale.

Sara Marianetti intervistata nel numero di Luglio/Agosto 2019 di Profilo Salute

 

 

 


© 2019 Tutti i diritti riservati. P.IVA 13920001008